PERSEVERANZA

Sabato – XXIV settimana del Tempo Ordinario

L’intenzione comunicativa della parabola del seminatore non è certo la pretesa che la terra della nostra umanità sia totalmente priva di incertezze e imperfezioni. Anzi, i diversi terreni che Gesù passa in rassegna, come altrettante immagini delle nostre difficoltà ad accogliere, approfondire e portare a maturazione l’annuncio del Regno, sono da intendere come la rivelazione di una sconfinata fiducia che Dio nutre nei confronti di quello che possiamo essere con la sua grazia. La celebre parabola, infatti, si conclude con una nota di grande speranza.

Quello sul terreno buono sono coloro che,
dopo aver ascoltato la parola con cuore integro e buono,
la custodiscono e producono frutto con perseveranza (Lc 8,15)

La perseveranza prescritta dal Signore Gesù al termine del suo insegnamento può essere intesa in due modi. Il primo è quello che pone soprattutto noi al centro e potrebbe essere tradotto con «fermezza, ostinazione, costanza, tenacia». Un secondo modo di rendere la parola usata nel testo evangelico potrebbe essere invece quello di «attendere pazientemente qualcuno o qualcosa». Se non possiamo certo sottovalutare quanto sia importante essere fermi e tenaci, per custodire con serietà quello che nella vita ci è stato affidato, non dovremmo mai dimenticare che la forza per rimanere fedeli alle esigenze del Vangelo non può mai essere cercata dentro di noi, ma solo nel volto di Colui che ormai stiamo per sempre aspettando di conoscere e di amare. 

...ti ordino di conservare senza macchia 
e in modo irreprensibile il comandamento,
fino alla manifestazione del Signore nostro gesù Cristo,
che al teempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio (1Tm 6,14-15)

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